domenica 10 gennaio 2021


IL MITO

 Nel 1935 un gruppo di antropologi condusse uno studio presso i Dogon. Alla guida della spedizione c'era l'antropologo francese Marcel Griaule, il quale si concentrò in particolare sulla cosmologia Dogon: una complessa e efficace visione dell'ordine del mondo dalla sua origine, che si avvicina ambo alla filosofia che alla scienza occidentale. 

Tutta la cosmologia era gremita di miti sulla creazione della terra, dei fiumi, degli animali, delle piante e degli esseri umani. Molti studiosi si dimostrarono interessati alle origini dei miti, fino a delinearne le caratteristiche principali. Il mito ignora innanzitutto spazio e tempo; inoltre i personaggi hanno la facoltà i parlare ad animali e piante, ma anche agli dei: si annullano differenze di regni, generi e specie, tra mondo sensibile ed invisibile. Il miro propone spesso una situazione originari di unità tra esseri e cose.                       In linea geerale, infatti, il mito propone una antropomortifzione della narra, attribuendole quindi caratteristiche umane, quali il linguaggio e i sentimenti; vale però anche il contrario. 

Nei miti, la creazione è sempre rappresentata come processo nato dalla separazione di vari componenti della natura. E' interessante notare, come in moltisse culture questa separazione sia descritta come frutto delle azioni di un personaggio specifico, un essere che contenga in se una dualità di elementi. Nella letteratura antropologica, questo personaggio prende il nome di trickster, un personaggio furbo e scaltro che spesso agisce irresponsabilmente, incarnando dentro di se sia il bene che il male.

Gli atropologi giunsero alla conclusione che il mito, ha funzione pedagogica, speculativa, morale, sociologica, di classificazione, ma anche un'autorizzazione a compiere certi riti, oppure la giustificazione dell'ordine dell'esistenza. 


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