giovedì 24 settembre 2020

 "IL LETTORE" DI BERNHARD SCHLINK E LA REDENZIONE ATTRAVERSO LA LETTURA

Germania, fine anni Cinquanta. Mentre il paese cerca di archiviare definitivamente gli orrori della guerra, il quindicenne Michael Berg cerca di lasciarsi alle spalle i giorni maledetti della sua adolescenza. Svanita l’itterizia che lo ha costretto a letto per un intero inverno, ora può avventurarsi di nuovo per le strade della sua città, e raggiungere la casa di Hanna Schmitz, la sconosciuta trentenne che lo ha soccorso un giorno d’ottobre in cui, di ritorno dalla scuola, la malattia si era fatta sentire con violenza. Occhi azzurri, capelli biondo cenere, il volto spigoloso ma femminile, Hanna Schmitz esercita un’attrazione fatale sul ragazzo. Nella sua casa, un modesto appartamento in cui la stanza più grande è la cucina, Michael riceve la sua iniziazione alla vita sentimentale. Un’iniziazione fatta di travolgente passione e pudori, interrotti di tanto in tanto da uno strano rituale imposto dalla donna: la lettura ad alta voce da parte del ragazzo dei classici della letteratura tedesca. Un giorno, però, Hanna svanisce nel nulla senza lasciare traccia, gettando Michael nella più cupa disperazione. Alcuni anni dopo, il ragazzo, divenuto studente di legge, la rivede in un’aula di tribunale in cui si celebrano i cosiddetti Auschwitzprozesse… in veste di imputata. 

Scritto da Bernhard Schlink, Il lettore appare per la prima volta in Germania nel 1995,ed è uno dei romanzi fondamentali della narrativa tedesca contemporanea. Tradotto in più di cinquanta lingue, vincitore di numerosi premi letterari – tra gli altri, il Premio Grinzane-Cavour in Italia, dove fu pubblicato nel 1996 con il titolo A voce alta –, trasposto con successo sullo schermo da Stephen Daldry (The Reader, con Kate Winslet e Ralph Fiennes), il libro viene riproposto oggi in una nuova traduzione che ne conferma il carattere di vero e proprio «evento letterario» (Der Spiegel), capace di segnare un passaggio importante nella trattazione della Shoah.

 Questo romanzo, per quanto sia non molto nnumeroso per pagine, racchiude un'enorme quantità di tematiche interessanti: oltre ad esere
un esempio velato della filosofia esistenzialisa (attraverso le riflessioni di Michael riguardo alla generazione nata dopo la seconda guerra mondiale), mostra come la lettura possa essere un mezzo di redenzione; ovviamente, la lettura risulta essere un'allegoria dell'istruzione in generale. Infatti, Michael leggendo per Hanna impara a ponderare la propria voce, aquisendo fermezza e decisione, non solo nella lettura ma anche nella vita; grazie a questo rito, egli riscatta la sua posizione, migliora a scuola e decide di iscriversi all'Università di legge: Il destino di Hanna era invece già segnato: nata dopo la prima guerra mondiale non potè mai andare a scuola, rimanendo analfabeta. Quando conosce Micheal ha un'età avanzata, 36 anni: non può più di iscriversi a scuola. Questo genera in lei un conflitto difficile da comprendere: è probabilmente un genio, ma non può trova le parole per esprimere i suoi pensieri. Per questo, fa si che Michael legga per lei: anche se marginalmente, la lettura allevia il tormento che si porterà dietro tutta la vita. Lei vede Michael crescere, affermare la sua intelligenza, consolidarsi il suo carattere e vive così attraverso lui.


 

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