martedì 23 marzo 2021


LE ARTI TRIBALI

Una forma d'arte che mosse molte domande da parte degli antropologi fu l'arte africana. Particolarmente interessanti sono le arti dei Kalabari, che molti antropologi, tra cui Robin Horton, hanno studiato: secondo loro, le costruzioni artistiche rappresentava un tentativo delle persone di contenere gli spiriti maligni. Infatti non avevano alcun scopo estetico, ma protetto: dovevano infatti presentare il nome dello spirito imprigionato.  Un altro esempio può ritrovarsi presso le popolazioni Yoruba della Nigeria, venivano spesso create delle maschere, le egungun e le gelide: le prime di carattere sacro, le seconde di carattere profano.

Un caso ancora più interessante è quello della Nuova Guinea, presso gli Abelem, i quali sono soliti a commerciare tale dipinte, da appendere nelle caverne dove abitano, come rito di iniziazione. Secondo l'antropologo Antony Forge, queste talìvole dovevano avere funzione magica di protezione della caverna o delle terre. Anche in queso caso, il canone estetico si basava sulla loro utilità.

E' utile ricordare, che anche presso le popolazioni preistoriche eisisteva il gusto per l'arte propiziatoria. Ricordiamo a proposito le pitture di Lascaux, anche se ad oggi non è. chiara la loro funzione specifica: sono infatti ubicate in caverne molto buie e profonde, in cui sicuramente le persone non usavano abitare. 

L'ARTE TRIBALE AD OGGI

A partire dal XIX secolo, in Europa e negli Stati Uniti si diffuse il gusto per l'arte preistorica e tribale, anno che spesso si vedono mostre a tema. In alcuni musei si privilegia il alto puramente estetico delle opere, mentre presso altri il lato significativo intrinseco. 

Il motivo di questo fenomeno sta nel fatto che, alla fine dell'ottocento molti artisti iniziarono a viaggiare nell zone dell'Africa, dell'Oceania e delle Americhe. Le arti trovati in questi luoghi, venivano intese come modo per colmare quella discrepanza generata dalla seconda rivoluzione industriale: questo atteggiamento prende il nome di primitivismo  e il suo maggiore esponente fu Paul Gaugain. In seguito, questa corrente died origine al modernismo, che esalta le arti esotiche e ha l'intenzione di svincolarsi dalla modernità occidentale.

La sintesi di questi due movimenti converse nel Primitivisivmo.

IL MERCATO TRIBALE

Gli oggetti importanti dagli artisti che compivano viaggi nelle zone esotiche, iniziarono anche ad essere venduti; inizialmente a poco prezzo, e successivamente alla creazione di parametri di autenticazione, anche a moltissimi soldi. Quello che ha permesso la mercerizzazione di questi concetti fu la loro completa scomparsa dei riti e delle religioni che davano valore ad essi.

Nonostante questo, la nascita di questo nuovo gusto portò alla nascita di un nuovo senso comunitario, che abbraccia le persone apparenti a tali culture, come accadde per i Maori in Nuova Zelanda. 

DOMANDE PAGINA 288

1. l'arte africana si concretizza attraverso sclutre, maschere o dipinti con funzione magica. 

2. le pitture rupestri fanno sorgere problemi di interpretazione del loro significato, considerando che si trovano in lugh inusuali. 

3. l'inglobamento degli oggetti selvaggi è dato da fatto che le tradizioni a cui appartenevano sono scomparse.


ANTROPOLOGIA

CREATIVITA' E CULTURA

L'essere umano ha la capacità e la necessità di creare sempre nuove forme culturali: è un essere estremamente creativo. Una delle maggiori espressioni della creatività sono la festa e il rito.

La differenza maggiore tra rito e festa è che il primo ha un'organizzazione specifica, mentre la festa può essere anche personale, e non di matrice religiosa. Infatti, tra i due, la festa è l'atto maggiormente creativo e più comunitari, in cui molte persone si trovano a celebrare uno stesso avvenimento (definizione dell'antropologo Turner). Infatti, altri studiosi hanno individuato la funzione della festa proprio come creante di comunità; altri invece la considerano una descrizione sociale.

L'ARTE, LE ARTI E L'ESPRESSIONE ESTETICA

Una delle forme in cui meglio riconosciamo la creatività umana è l'arte. L'arte rientra in quei concetti che l'antropologo Clifford Geertz ha chiamato vicini all'esperienza, ovvero che all'interno di una cultura possono essere utilizzati liberamente da tutti. Infatti, ogni cosa può essere oggetto d'arte, ed ognuno un'artista. 

Generalmente potremmo dire che le arti si dividono in visive e non visive: nel primo gruppo rientrano la scultura, la pittura, ecc, e nel secondo la musica e il canto. Ad ogni modo, la cosa che accomuna tutte le arti è l'espressione estetica; per esprimersi esteticamente bisogna però anche percepire esteticamente, ovvero selezionare ciò che può essere reso arte. Infatti, potenzialmente ogni cosa, come già detto, può essere oggetto d'arte, ma è anche importante dare valore a questa data arte. 

DOMANDE PAGINA 279

1. la creatività culture è la necessità umana di creare culture, con riti e festività annessi.

2. la percezione estetica è determinata dalla facoltà dell'artista di vedere il mondo artisticamente.

lunedì 22 marzo 2021


INTERNET

Il più recente media inventato è sicuramente internet: una rete formata da un'interconnessione di decine di migliaia di reti telematiche locali, ovvero un insieme di computer che funzionano a distanza. Una delle sue caratteristiche principali è che non possiede un centro di sistema: non c'è un emittente che decide cosa proporre alle persone; infatti ogni persona che riceve informazioni da internet, può anche immetterle. 
Uno delle basi cui adopera internet è il web. Originariamente infatti, questo non esisteva, e chi utilizzava internet doveva avere delle competenze informatiche specifiche: fu però un fisico ricercatore del Cern di Ginevra, Berners-Lee a semplificare i suoi processi di funzionamento. Egli dispose una serie di file consultabili contemporaneamente da vari utenti e capaci di trasmettere disegni, foto, figure, diagrammi. Tra il 1989 e il 1992, insieme ad una rete di informatici, egli elaborò un sistema informatico capace di mantenere i file perennemente online, basato sul concetto di ipertestualità: un nuovo sistema di rinvii da una pagina web all'altra, ovvero i link. 

IL WEB 2.0 E IL DIGITAL DIVIDE

Lo sviluppo teconolico ha permesso di introdurre un altro tipo di web: il web 2.0, che permette l'immissione in Rete da parte di chiunque, in qualsiasi momento, senza il bisogno di particolari doti informatiche. Infatti, esso è quasi diventato uno spazio sociale di comunicazione e scambio di informazioni, anche appartenenti alla quotidianità della vita. 
Internet, grazie alla particolarità appena citata, è diventato anche un mezzo per il superamento delle disuguaglianze di tipo politico e sociale; ciononostante si andò a creare un. nuovo fenomeno, chiamato digital divide, una discrepanza tra coloro che sono capaci di padroneggiare il mezzi tecnologici e chi no.

DOMANDE PAGINA 444
1. è difficile spiegare cos'è internet poiché esso rappresenta un sistema molto complesso.
2.   Una delle sue caratteristiche principali è che non possiede un centro di sistema: non c'è un emittente che decide cosa proporre alle persone.
3. il www è nato grazie al lavoro del fisico ricercatore del Cern di Ginevra, Berners-Lee, il quale semplificò i processi di funzionamento del precedente algoritmo della rete.
4. Lo sviluppo teconolico ha permesso di introdurre un altro tipo di web: il web 2.0, che permette l'immissione in Rete da parte di chiunque, in qualsiasi momento, senza il bisogno di particolari doti informatiche. Infatti, esso è quasi diventato uno spazio sociale di comunicazione e scambio di informazioni, anche appartenenti alla quotidianità della vita. 



I PRIMI MEZZI DI COMUNICAZIONE: I GIORNALI

Il primo mass media inventato fu la stampa, che passò presto dall'essere un mezzo di riproduzione di testi, ad un mezzo di trasmissione di informazioni: attraverso i giornali, che ebbero diffusione di massa dal XIX secolo. Essi avevano lo scopo di tramettere e commentare le notizie. 

Un passo avanti per raggiungere un media simile ai nostri, fu importante l'invenzione del telegrafo, il primo mezzo che era in grado di trasmettere informazioni a distanza. Nonostante questo, i giornali rimasero comunque il principale mezzo di comunicazione con la massa, poiché era più economico rispetto ad altri mezzi.  

IL CINEMA

Il cinema nacque alla fine del 1800, ed ebbe da subito un grande successo: era infatti un mezzo di intrattenimento popolare, poiché non esigeva un resoconto dello spettatore. Molto spesso però, la sua funzione puramente intrattenitiva venne estesa: si iniziarono a diffondere film di informazione, ma anche atteggiamenti, convinzioni e modi di pensare. Pertanto il cinema ha avuto una funzione di omogenizzazione della cultura dominante. 

LA RADIO

LA diffusione della radio come mezzo di comunicazione di ebbe nel 1920.  Ebbe molto successo perché per utilizzarlo non c'era bisogno di saper leggere o di pagare: è un medium popolare, un mezzo di comunicazione di massa globale, che garantisce fra l'altro l'istantaneità delle trasmissione. Il fattore più interessante è che ebbe anche maggiore successo della televisione. 

LA TELEVISIONE

La televisione ebbe una notevole diffusione dopo la Seconda Guerra mondiale: il suo successo stette nella sua facilità di accesso e la sua facoltà di riempire il tempo libero. 

Inizialmente la televisione era in mano allo Stato, quindi i programmi trasmessi erano abbastanza deviati; la liberalizzazione delle trasmissione televisive si ebbero nel 1976, quanto meno in Italia. Infatti oggi possiamo accedere ad una grandissima gamma di canali, soprattutto grazie all'avvento della televisore satellite, che permette di accedere a canali anche esteri. A proposito differisce dalla televisione tradizionale, perché quest'ultima prevedeva la scelta consapevole dei programmi da guardare. Pertanto, oggi c'è molta distanza tra il pubblico e coloro che creano i programmi televisivi. 

DOMADE PAGINA 441

1.  i giornali ebbero diffusione di massa dal XIX secolo, ed ebbero molto successo perché economici.

2.  la sua funzione puramente intrattenitiva venne estesa: si iniziarono a diffondere film di informazione, ma anche atteggiamenti, convinzioni e modi di pensare.

3. la radio ebbe molto successo perché per utilizzarlo non c'era bisogno di saper leggere o di pagare.

4. la diffusione della televisione riempì il tempo libero delle persone.

I MASS MEDIA E I NEW MEDIA

Quando la comunicazione mediale permette agli interlocutori di rivolgersi ad un grandissimo numero di persone si parla di comunicazione di massa. Nella definizione di massa è sempre rientrata una grande quantità di persone passive, anche se recenti stufi hanno smentito questa passività: le persone utilizzano infatti, i media a loro vantaggio. Nonostante questo rimane una quasi comunicazione: non si crea infatti una vera e propria interazione; oggi si fa infatti riferimento al concetto di comunicazione unidirezionale. 

Infatti, si sta sempre più diffondendo l'ideale di New Media: mezzi mediatici che hanno il compito di diffondere informazioni, più che creare una vera e propria comunicazione: la comunicazione è dunque alla pari, vi è un'interazione paritaria. Un esempio lampante è internet.

La rivoluzione digitale ha permesso di introdurre due importanti novità nel mondo della comunicazione: in primo luogo, la possibilità di trattare le informazioni attraverso un unico codice di decodifica, ovvero la multimedialità; in secondo luogo ha reso facile costruire messaggi, portando alla crescita del fenomeno dell'interattività: la facoltà del destinatario di trasformarsi in mittente. 

DOMADE PAGINA 437

1. la comunicazione mediale diventa di massa quando permette agli interlocutori di rivolgersi ad un grandissimo numero di persone.

2. il pubblico viene definito passivo poiché non interagisce con l'interlocutore.

3. la differenza tra mass media e new media è che quest'ultimi hanno il compito di diffondere informazioni, più che creare una vera e propria comunicazione.

4. La rivoluzione digitale ha permesso di introdurre due importanti novità nel mondo della comunicazione: in primo luogo, la possibilità di trattare le informazioni attraverso un unico codice di decodifica, ovvero la multimedialità; in secondo luogo ha reso facile costruire messaggi, portando alla crescita del fenomeno dell'interattività: la facoltà del destinatario di trasformarsi in mittente. 

5. L'interattività è la facoltà del destinatario di trasformarsi in mittente. 

venerdì 19 marzo 2021


IL LINGUAGGIO

Abbiamo parlato dell'importanza di n codice comune di comunicazione; un esempio concreto potrebbe essere la lingua parlata, o più in generale il linguaggio: il linguaggio è la capacità generale dell'uomo di esprimersi attraverso gesti  e segni fonetici, in modo tale da tramettere ai propri simili significati anche molto complessi. Esso è l'applicazione concreta di un codice, con lo scopo di comunicare.

Nonostante questo, il linguaggio non è mai un carattere naturale dell'essere umano, ma una convenzione sociale, ovvero l'istituzionalizzazione di norme sociali: deve essere appreso e non è innato. Come aveva espresso Emile Durkheim, il linguaggio è una tipica istituzione sociale, e per questo appare esterna e coercitiva rispetto alla volontà e ai desideri umani. 

DIVERSI TIPI DI COMUNICAZIONE: LA COMUNICAZIONE NON VERBALE

Oltre alla comunicazione verbale, esiste anche la comunicazione non verbale, che non permette però di raggiungere lo stesso grado di comprensibilità. Essa infatti si costituisce di gesti, che sono facilmente fraintendibili: generalmente infatti, la comunicazione non verbale accompagna solamente quella verbale, non sostituendola.

LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE E MEDIALE

La comunicazione che negli consente a tue soggetti di comprendersi, è la comunicazione interpersonale, ovvero faccia a faccia; infatti può utilizzare contemporaneamente il linguaggio verbale e non verbale, e permette di porsi empiricamente in relazione con l'altro. Tuttavia non è sempre possibile comunicare direttamente: a volte è necessario ricorrere a mezzi di mediazione, rendendo la comunicazione più sterile.

LA COMUNICAZIONE MEDIALE

Un fondamentale vantaggio della comunicazione mediale è la possibilità di tramettere ad una grandissima quantità di persone il messaggio, poiché utilizzano spesso mezzi telefonici e multimediali. Inoltre, la comunicazione mediale consente di registrare le comunicazioni, dunque oltre e superare i limiti speziali superano anche quelli temporali, poiché si conservano nel tempo. In tal senso l'invenzione della scrittura è stata fondamentale, poiché ha permesso l'archiviazione dei saperi; di controparte però, la cultura basata sul ragionamento logico viene sostituita a quella basata sulla memorizzazione.

LA COMUNICAZIONE E LA QUASI COMUNICAZIONE

E' bene dire che non tutti i media funzionano allo stesso modo: esistono alcuni mezzi, come il telefono, che potenzia la comunicazione interpersonale, mentre mezzi come la radio creano un nuovo tipo di comunicazione, detta quasi comunicazione. Infatti, il suo scopo è quello di comunicare al numero massimo di persone possibili, senza prendere in considerazione la loro risposta.

DOMANDE PAGINA 429

1. il linguaggio naturale è costituito da gesti, quello artificiale da assiomi.

2.  il linguaggio non è mai un carattere naturale dell'essere umano, ma una convenzione sociale, ovvero l'istituzionalizzazione di norme sociali: deve essere appreso e non è innato.

DOMANDE PAGINA 431

1. la comunicazione non verbale si costituisce di gesti, che sono facilmente fraintendibili ed è per questo meno sicura della comunicazione verbale.

2. on è sempre possibile comunicare direttamente: a volte è necessario ricorrere a mezzi di mediazione.

3. la comunicazione interpersonale, ovvero faccia a faccia è più ricca perché può utilizzare contemporaneamente il linguaggio verbale e non verbale, e permette di porsi empiricamente in relazione con l'altro.

DOMANDE PAGINA 434

1. la caratteristica fondamentale dei mezzi di comunicazione è la mancata presenza di un contatto faccia a faccia tra i componenti della comunicazione.

2. l'invenzione della scrittura è stata fondamentale, poiché ha permesso l'archiviazione dei saperi.

3. lo scopo della quasi comunicazione è quello di comunicare al numero massimo di persone possibili, senza prendere in considerazione la loro risposta.


SOCIOLOGIA

COSA SIGNIFICA COMUNICARE?

Per vivere in una comunità siamo costretti a comunicare; però, anche se è un'azione che compiamo giornalmente, spesso dimentichiamo quanto complessa sia realmente. Infatti, comunicare significa mettere in comune con gli altri rappresentazioni mentali, che hanno un determinato significato. 

Per rendere la comunicazione ottimale, è necessario creare delle condizioni di base. La prima conduzione è che esista un canale, ovvero che ci siano almeno due persone; la seconda condizione è che i significati vengano messi in comune, ovvero che esista un messaggio; la terza condizione è che i soggetti di possano comprendere l'un l'altro, ovvero che esista un codice comune, un linguaggio condiviso; la quarta condizione è l'esistenza della volontà di comunicare. Questo schema ricalca quello del famoso linguista russo Roman Jakobson.

DOMANDE PAGINA 428

1. comunicare significa mettere in comune con gli altri rappresentazioni mentali, che hanno un determinato significato. 

2. La prima conduzione è che esista un canale, ovvero che ci siano almeno due persone.

3. senza la presenza di un codice comune di comunicazione, i soggetti non si capirebbero e la comunicazione stessa diventerebbe impossibile.

4. lo schema di Jakobson si costituisce di quattro conuizioni necessarie alla comunicazione: la prima conduzione è che esista un canale, ovvero che ci siano almeno due persone; la seconda condizione è che i significati vengano messi in comune, ovvero che esista un messaggio; la terza condizione è che i soggetti di possano comprendere l'un l'altro, ovvero che esista un codice comune, un linguaggio condiviso; la quarta condizione è l'esistenza della volontà di comunicare

mercoledì 17 marzo 2021

GIOVANNI GENITLE: VITA

Giovanni Gentile nasce a Castelvetrano, in provincia di Trapani, il 29 maggio 1875. Studente estremamente capace, dopo il liceo riesce ad entrare alla Scuola normale superiore di Pisa, dove ha i primi contatti con il pensiero hegeliano e con Benedetto Croce, con cui nasce un’amicizia duratura.  

La laurea conseguita nel 1897 segna l’inizio di una brillante carriera universitaria che lo porta a ricoprire il ruolo di docente di Filosofia in diverse importanti università italiane. L’inizio del nuovo secolo segna un periodo di grande impegno e grandi realizzazioni per Gentile, che comincia ad imporsi come intellettuale di rilievo nel panorama italiano anche attraverso la collaborazione con l’amico Benedetto Croce, insieme al quale dà vita alla rivista La Critica, in cui si occupa di storia della filosofia.

Gli anni ’10 segnano un periodo di svolta nella vita del filosofo: la pubblicazione di L’atto del pensiero come atto puro (1912) e de La teoria generale dello Spirito come atto puro (1916) segnano due  momenti di importante formalizzazione del pensiero gentiliano, consacrandone definitivamente il ruolo di intellettuale, mentre la partecipazione alla disputa sull’interventismo ne segnano l’ingresso all’interno del dibattito politico; sotto il profilo professionale Gentile continua a ricevere incarichi di docenza prestigiosi presso le maggiori università italiane, e dal 1915 è membro del Consiglio superiore della Pubblica istruzione.

La sua partecipazione politica prosegue anche nel prima dopoguerra con posizioni sempre più marcate che, nel 1922 lo portano a sostenere apertamente il partito fascista: si tratta di una posizione definitiva che il filosofo siciliano porta avanti coerentemente e che non è mai messa seriamente in discussione, e che lo rende, in definitiva, l’intellettuale fascista più importante. 

Dal 1922 al 1924 ricopre la carica di ministro della Pubblica istruzione, carica affidatagli dallo stesso Mussolini, portando a termine, nel giro di pochi mesi un’importante riforma scolastica che, nonostante alcune modifiche apportate già dopo pochi anni, ha resistito a lungo nei suoi capisaldi principali. Rimane fedele al regime anche durante la crisi seguita all’omicidio Matteotti, e nel 1925 si fa promotore del Manifesto degli intellettuali fascisti, in cui ricollega l’esperienza politica fascista a quella risorgimentale, e lo individua come un’ancora per la salvezza morale dell’Italia: posizioni che lo allontanano definitivamente da Benedetto Croce che, invece, si schiera su posizioni antifasciste.

Nel 1925 Mussolini gli affida la direzione dell’Istituto Treccani per l’Enciclopedia italiana, carica che mantiene fino al 1938, e nel 1931 è tra i promotori del Giuramento di fedeltà al fascismo imposto ai docenti universitari italiani, nel 1932 assume la direzione della Scuola Normale Superiore di Pisa.  

Dopo l’8 settembre del 1943 aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, dove viene nominato presidente della Reale Accademia d’Italia; nonostante si trovi nel pieno dei travagliati momenti del conflitto, Gentile prosegue il suo lavoro e scrive Genesi e struttura della società, l’ultima opera, che viene pubblicata postuma.  

PENSIERO FILOSOFICO

Gentile, insieme a Benedetto Croce, è il maggior esponente del neoidealismo italiano, per la precisione egli stesso definisce come attualismo il suo particolare modello di pensiero. Si tratta di una profonda riforma della filosofia hegeliana, che viene espressa dal filosofo siciliano nelle sue due opere più significative, le già citate L’atto del pensiero come atto puro e de La teoria generale dello Spirito come atto puro. 

Il pensiero gentiliano parte anzitutto dal superamento dell’idea di dialettica sia com’era stata concepita dalla filosofia antica, che considera le idee come qualcosa di esistente aldilà del pensiero stesso, che da quella moderna, che invece considera la dialettica come attività del pensiero pensante. Gentile invece considera la dialettica come relazione tra oggetti, considerando la realtà in relazione al soggetto che la pensa, nel momento in cui esso la pensa: in parole povere è l’atto del pensare che crea la realtà, che la definisce e la sintetizza pur nella sua enorme complessità e molteplicità, e da qui il nome di attualismo. Per Gentile lo Spirito è qualcosa di unico e indivisibile, e va inoltre considerato come qualcosa di attivo, che pensando agisce producendo la realtà, e producendo quindi anche le arti, le scienze e la filosofia, che vengono identificate come tre momenti diversi della vita dello Spirito. 

La giusta sintesi tra queste due opzioni è operata dalla filosofia che, agendo in senso trascendentale, riesce a conciliare le posizioni soggettive e quelle oggettive in una sorta di autocoscienza dell’Io, in grado di dare consapevolezza del reale e di fornire il giusto senso sia a Dio che all’uomo. 

PENSIERO PEDAGOGICO

La scuola è dunque quel luogo dove si compiono processi di crescita spirituale, ove lo spirito apprende delle nozioni per migliorarsi. Il processo educativo autentico si compie tramite la fusione tra maestro e discepolo, superando in tal modo tutte le antinomie possibili nell'educazione. 

Nella raccolta La riforma dell'educazione egli esalta la funzione nazionale della scuola, esaltandone la funzione etica. La scuola è presentata come il luogo sacro per il passaggio dall'io dell'educato, al noi della nazione che è spirito, storia, autocoscienza, ovvero vita universale. In un'altra chiave di lettura, questo significa il superamento della dualità realtà-spirito. 

Gentile afferma che l'educazione è un atto umano puro, ovvero l'assoluta essenza del pensiero umano. In tal senso distingue tra il maestro empirico e quello speculativo: egli dovrebbe essere speculativo, ovvero in grado di entrare in sintonia spirituale con i discepoli, rendendoli liberi, ovvero capaci di ragionare con la loro testa.

Un'altra distinzione fatta da Gentile è quella tra concetto e pseudo concetto, che nega il valore della scienza se separata dalla riflessione filosofica. Quando la pedagogia si illude di ritrovare la sua identità nei dati empirici è pseudocoscienza: le scienze offrono dei semplici dati, che rimangono sterili se non spiegati attraverso la filosofia, poiché rappresenta la riflessione sulla natura e sulla formazione dell'essere umano. L'essere umano che cresce è dunque espressione dell'umanità nel su stato sorgivo. La nazione di Gentile è dunque uno Stato etico: i bambini devono essere introdotti in esso, dunque resi capaci di superare le loro individualità, che siano dunque coscienti di se stessi.

LA RIFORMA NEL CONCRETO

Gentile ebbe il privilegio di vedere i suoi ideali educativi realizzarsi, in quanto era ministro dell'istruzione. Alla convinzione che l'evento educativo è un'esperienza sopratutto spirituale compiuta attraverso la cultura, egli propose un corso di studi prettamente letterario, sotorico e filosofico: soltanto imparando le dis
cipline che studiano l'essere umano dal punto di vista delle sue particolarità è infatti possibile cogliere l'intima natura e garantirne un'educazione realmente umana. 

Gentile assegnò una particolare importanza al contatto con i classici, ovvero quegli autori capaci di far risuonare le tematiche universali umane. Essi costituiscono la via principale per inoltrarsi nel mistero della vita e della morte, per scoprirne il senso e la bellezza. Il omento più alto dell'educazione è cogliere questi aspetti, ovvero arrivare all'autocoscienza; in altre parole è il raggiungimento di un essere umano libero e morale, ovvero un essere capace di esplorare i supremi interrogativi dell'esistenza umana in autonomia. Questo fattore si collega al dovere di essere umano di agire politicamente, ovvero di essere attivo rispetto ai problemi della società. Siccome questo processo non è realizzabile da chiunque, Gentile elabora un altro percorso, rivolto alla massa: in questo caso la filosofia è sostituita dalla religione,  che ha lo scopo di regolare la vita sociale e politica dei ceti popolari.


DOMANDE PAGINA 45

1. Gentiloni appartiene alla corrente filosofica di Hegel, secondo la quale l'essere umano evolve vero il meglio.

2. la pedagogia deve portare all'autocoscienza dell'essere umano.

3. la fusione del maestro e l'allievo porta al compimento dell'essere umano poiché permette ai giovani di divenire liberi, ovvero capaci di ragionare con la loro testa.

4. il pensiero di Gentile è definito positivismo rovesciato, nel senso che egli presume che la conoscenza filosofica sia autosufficiente.

5. entile assegnò una particolare importanza al contatto con i classici, ovvero quegli autori capaci di far risuonare le tematiche universali umane. Essi costituiscono la via principale per inoltrarsi nel mistero della vita e della morte, per scoprirne il senso e la bellezza.

PEDAGOGIA

CONTRO L'ATTIVISMO

Nonostante la grandissima fama che ottenne l'attivismo pedagogico, non mancarono le critiche ad esso: si diceva che fosse la più bassa rappresentazione del naturalismo ottocentesco tedesco. Questo fenomeno portò a diverse conseguenze:

  • in chiave filosofica, il rilancio di una visione spirituale dell'uomo, come essere capace di superare se stesso;
  • in prospettiva politica, il proseguimento dell'ideale di mondo nuovo esperesse da Marx e Hengels;
  • in lettura psicoanalitica, la ricerca di soluzioni idonee per gestire l'equilibrio tra autorità e libertà.
In linea di massima, sia gli attivisti che gli anti attivisti riconoscevano la necessità di tenere conto dei tempi educativi del fanciullo; quello che li differenza è che i promotori della nuova educazione, rifiutavano di riconoscere che i fini educativi fossero intrinsechi allo sviluppo individuale stesso. La psicologia era considerata un apporto utile, ma non una necessità.

DOMANDE PAGINA 40
1. le critiche mosse all'attivismo dai freudiani riguardarono il loro opporsi all'importanza della psicologia.
2. l'obbiettivo del partito socialista era  il proseguimento dell'ideale di mondo nuovo esperesse da Marx e Hengels;

martedì 16 marzo 2021


PEDAGOGIA

DEWEY: ESPERIENZA ED EDUCAZIONE

Nel volume, Dewey Esperienza ed educazione ripensa la funzione della logica come teoria dell’indagine, che viene richiamata al centro della pedagogia progressiva. Essa deve essere valorizzata nell'aspetto cognitivo. 

Dal rapporto tra continuità e interazione emerge il significato educativo di una esperienza. Si deve esercitare un controllo sociale attraverso il lavoro e la vita di comunità, in modo che venga potenziata l’esperienza nella scuola e portata a compimento nel suo valore collettivo. 

L’esperienza si fa criterio guida dell’educazione affrontata col metodo dell’indagine come curricolo organizzato secondo un modello di pedagogia progressiva.

Un punto che l'autore tocca all'interno dell'opera è quale differenza ci sia tra una persona selvaggia e civilizzata: secondo l'autore la differenza sta nel fatto che una persona civilizzata è in grado di comprendere il suo passato  di trarre degli insegnamenti da esso. Infatti, noi viviamo in virtù di quello che è stato fatto dai nostri antenati: ci è impossibile imparare nel vuoto, ovvero n un contesto privo di stimoli; e il maggiore stimolo al giorno d'oggi, è proprio il nostro passato.


LE RELIGIONI SEMITICHE

Nel contesto religioso il termine 'semitico' è riferibile alle religioni dei popoli che usano lingue appartenenti a questo gruppo, così l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam sono definite religioni semitiche. Con il termine 'semita' possono anche essere indicate le religioni politeiste che fiorirono nel Vicino Oriente antico.

LA RELIGIONE EBRAICA
La storia ebraica ha inizio con il patriarca Abramo che, primo uomo ad avere l’intuizione che esiste un solo Dio creatore del mondo, riceve la promessa che dalla sua discendenza nascerà un popolo che risiederà in perpetuo nella terra di Canaan. Si tratta di un vero e proprio patto che Dio stipula con Abramo, suggellato dall’obbligo per ogni ebreo maschio di essere circonciso alla nascita, ‘quale segno del Patto’.
Il corpo legislativo completo (la Torà) si ha solo con Mosè che sul Monte Sinai riceve direttamente da Dio i Dieci Comandamenti, e li riceve nel deserto terra di nessuno e quindi di tutti, perché fosse chiaro che il Decalogo appartiene all’umanità e non è una esclusiva ebraica.
La missione particolare che i discendenti di Abramo hanno assunto (“Siate santi poiché sono Santo Io, il Signore Dio vostro”), comporta per gli ebrei una serie più ampia di precetti (mitzvoth): 613 obblighi (divisi in 248 azioni positive da compiere e in 365 azioni vietate) che regolano la vita di relazione, i rapporti con il prossimo e con il mondo animale e i rapporti con Dio.
Fra gli obblighi che competono a ciascun ebreo: lo studio, l’istruzione religiosa dei figli, la purità familiare, le regole alimentari (kascherut), la zedakà (beneficenza), l’onestà e la giustizia, l’aiuto alla vedova e all’orfano, il rispetto dei genitori e l’onore agli anziani, l’ospitalità, la visita ai malati e alle persone in lutto, il rispetto del sabato e delle feste.
Il codice che raccoglie tutti gli insegnamenti orali che sono stati consegnati sul Sinai e successivamente arricchiti dalla tradizione rabbinica è la Mishnà, redatta nel II secolo. L’altro testo fondamentale della cultura ebraica è il Talmud (vi sono due versioni, il Talmud Bavli e il Talmud Yerushalmì) che contiene discussioni e insegnamenti dei Maestri.
Tra i principi fondamentali dell’Ebraismo, un aspetto rilevante riveste il concetto di “Messia” (la traduzione della parola ebraica Mashìach, che significa “unto”, in riferimento all’usanza antica con cui venivano unti i re o i sommi sacerdoti). che è colui che verrà scelto dal Signore e che redimerà Israele e introdurrà una nuova era di pace, di felicità, di bontà fra gli uomini di tutta la terra. Col suo avvento, infatti, cesseranno le sofferenze, le distruzioni, le guerre; il malvagio sarà punito e il giusto premiato (“Dimorerà il lupo con l’agnello; si coricherà il leopardo con il capretto, e il vitello e il leone staranno assieme e un piccolo ragazzo li guiderà. La mucca e l’orso pascoleranno, assieme giaceranno i loro piccoli e il leone come il bue mangerà paglia”, Isaia). Con l’avvento del Messia Israele, tornerà alla terra dei suoi Padri ma soprattutto tutti i popoli riconosceranno la sovranità del Signore, Dio Unico.

IL CRISTIANESIMO

Il CristianesimIl cristianesimo ha origini molto antiche ed è sorto in Asia, per la precisione in Palestina, circa 2.000 anni fa. Nonostante la sua “veneranda” età questa religione non è comunque la più arcaica tra quelle diffuse nel mondo, il culto verso Buddha, ad esempio, nacquecirca seicento anni prima di Cristo e, quando i cristiani si diffusero nel mondo per portare la parola di Gesù, i buddisti avevano già “compiuto” più di 200 anni.
Il cristianesimo, come l’Ebraismo e l’Islamismo, è unareligione monoteista, ovvero si identifica e crede in un solo e unico Dio che si rivela all’uomo, gli si manifesta e comunica con lui, oltre che parlargli anche per mezzo di suoi “inviati speciali” (profeti).
Nel caso del cristianesimo Dio non manda solo i profeti a diffondere la sua parola, ma invia sulla Terra addirittura suo figlio, Gesù Cristo, che morirà sulla croce dopo essersi fatto uomo, quindi dopo essersi incarnato e dopo aver partecipato attivamente alla vita del suo popolo.
Il cristianesimo riconosce Gesù come il Cristo (Messia) attestato dalla Torah e dalla tradizione ebraica e, nella quasi totalità delle sue denominazioni, come Dio fatto uomo. La teologia cristiana delle principali e più diffuse Chiese cristiane nacque con i primi credi ecumenici, come il Credo niceno-costantinopolitano, che contengono dichiarazioni accettate dalla maggior parte dei seguaci della fede cristiana.
I concetti fondamentali sono: Trinità, Gesù Cristo, figlio di Dio e salvatore dell'umanità, Amore verso Dio e verso il prossimo
Secondo i testi neotestamentari e la teologia cristiana, Gesù di Nazareth fu crocifisso, morì e fu sepolto, ed è poi risorto dal regno dei morti aprendo le porte del Paradiso a chi crede in lui per la remissione dei propri peccati (salvezza). Gesù è quindi asceso al cielo, dove regna con Dio Padre, e tornerà per giudicare i vivi e i morti, e destinerà ciascuno al Paradiso oppure all'Inferno.
Le tre divisioni principali della cristianità sono il cattolicesimo, il cristianesimo ortodosso e le varie denominazioni del protestantesimo. Il Grande Scisma del 1054 divise la cristianità calcedoniana fra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa. Il protestantesimo nacque all'interno della Chiesa cattolica a seguito della riforma protestante nel XVI secolo, dividendosi poi in varie ramificazioni. In quanto fede religiosa il cristianesimo ha i suoi contenuti (dottrina). Questi, secondo la tradizione, si basano sulle rivelazioni di Dio al popolo di Israele (tradizione comune anche alla religione ebraica), sulla predicazione del Vangelo con la dottrina di salvezza di Gesù di Nazareth detto "il Cristo" ("unto", "consacrato" da Dio). Questa tradizione è rispecchiata nella Bibbia (Antico Testamento e Nuovo Testamento), considerato un testo ispirato da Dio, e quindi un testo sacro.
Importante anche l'elaborazione teologica e cristologica, dei secoli successivi, presente nella letteratura cristiana delle differenti sottocorrenti religiose e nei Padri della Chiesa, la quale utilizza, in nuove sintesi, anche alcuni termini e concetti propri della teologia greco-romana precristiana. Dare una definizione unitaria del cristianesimo è difficile, poiché esso – più che una singola religione in senso stretto – si può considerare una serie di correnti religiose, devozionali e/o metafisiche e/o teologico-speculative, modi di comportarsi, abitudini quotidiane spesso eterogenee, aventi sì un comune nucleo di valori e credenze religiose, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione e la sua letteratura religiosa, e a seconda di quale aspetto diviene oggetto di focalizzazione per le singole correnti.

L'ISLAM
La parola araba "Islam" significa letteralmente "sottomissione, donare il proprio viso a Dio", e indica una religione monoteista (ossia con un unico dio).
Sviluppatosi nella Penisola Arabica, nei secoli l'islam si è espanso in Asia, in Africa e in Europa. I suoi fedeli  sono chiamati musulmani - si scrive con una sola "s" - e, nel mondo, sono circa 1,5 miliardi (i cristiani sono circa 2,2 miliardi).
Il grande portavoce della religione musulmana è stato Maometto (nato attorno all'anno 570), considerato dai suoi fedeli l'ultimo profeta inviato da Dio al mondo e incaricato, grazie alle rivelazioni dell'arcangelo Gabriele, di far conoscere all'umanità la parola di Dio.
Per i credenti, dunque, l'Islam è l'insieme delle rivelazioni fatte all'umanità da Allah (ossia Dio) fin dall'epoca del primo profeta, Adamo. Queste rivelazioni  sono contenute nel libro sacro dei musulmani, il Corano (che significa "predicazione") che è come la Bibbia per i cristiani.
Il Corano è  formato da 114 capitoli di varia lunghezza, divisi in versetti, e deve essere imparato a memoria dai fedeli .
I musulmani pregano cinque volte al giorno  all'alba, a mezzogiorno, nel pomeriggio, al calar del sole e di notte. Ogni momento di preghiera è segnato dal richiamo del muezzin (un fedele scelto come capo della preghiera) che, dall'alto della torre più alta della moschea (minareto) invita i fedeli a pregare.
La moschea è la casa di Dio, è priva di ogni immagine di Dio (perché Allah non può essere rappresentato dai mortali) ed è ornata con semplici figure di animali, piante e arabeschi.Prima di entrare in una moschea, i fedeli devono lavarsi mani e piedi per purificarsi, e coprirsi il capo in segno di riverenza nei confronti di Dio. In moschea si entra scalzi, per questo le moschee hanno tappeti sul pavimento.
Per pregare, nel caso in cui non possa recarsi in moschea, il fedele stende a terra un piccolo tappeto orientato verso la Mecca, la città in cui nacque Maometto. Ogni buon musulmano si deve recare in pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita.
Come ogni religione poi, l'islam prevede delle festività di precetto che scandiscono momenti importanti nella vita di un religioso. Il più famoso tra questi momenti è senza dubbio il Ramadan, il digiuno rituale che ogni anno deve essere affrontato da tutta la comunità musulmana.
Se chiedete a un musulmano di spiegarvi che cosa sia l'islam vi dirà probabilmente che è una religione antichissima basata sulla pace, sulla misericordia e il perdono, ed è vero.
Alcuni dei concetti contenuti nelle rivelazioni di Allah, però, sono stati distorti e mal interpretati da fanatici senza scrupoli e, uniti a sentimenti di invidia, odio, razzismo e ambizione di dominio politico hanno dato origine al "fondamentalismo islamico", un modo di vedere la religione che fa uso della violenza e del terrorismo, e ben lontano da quanto contenuto nel Corano.
La vera religione islamica è pace, misericordia, perdono e conoscenza.

PAGINA 264 DOMANDE

1.  la religione semitica è molto più recente di quelle indiane e cinesi, e sono monoteiste.

2. l'ebraismo considera Dio come personale, il che significa che gli esseri umani hanno un rapporto con Dio e viceversa.

3. la novità della figura di Cristo, sta nel fatto che egli stesso apparteneva alla religione ebraica in precedenza, per poi diventare profeta di una nuova religione.

4. i padri della chiesa sono scrittori di testi religiosi, le cui opinioni sono influenti nell'ambito della fede.

5. La divisione più conosciuta è quella tra Islam sunnita, Islam sciita e kharigismo, essa fu inizialmente di natura politica, ma alla fine acquisì dimensioni teologiche e giuridiche. Tutte quante fanno riferimento a Maometto, ma le pratiche religiose nel concreto sono diverse.


LA FAMIGLIA CINESE

 La Cina è un paese multietnico e multiculturalenon c’è una religione ufficiale. Nel corso della storia della civiltà cinese si sono sviluppate diverse religioni, filosofie e credenze che hanno dato il loro contributo all’architettura tradizionale (basti pensare ai templi, per esempio), alla letteratura e alla cultura in generale.

Taoismo e Buddhismo sono le religioni più diffuse in Cina, ma anche Islam e Cristianesimo (cattolici e protestanti) hanno lasciato un’impronta nella storia dell’Impero Cinese.

IL TAOISMO

"Taoismo" si riferisce a una varietà di ordini di filosofia e rito che operano nella religione cinese. Essi condividono un'origine comune ed elementi che risalgono al IV secolo a.e.v. e alle culture preistoriche della Cina, tra cui la scuola dello yinyang o dei naturalisti (阴阳家 yīnyángjiā) e il pensiero di Laozi e Zhuāngzǐ. Il taoismo ha una tradizione scritturale distinta, di cui il Tao Te Ching (道德经 "Libro della via e della sua virtù") di Laozi è considerato la pietra angolare. Il taoismo può essere descritto precisamente, come fa l'accademico e iniziato taoista Kristofer Schipper in The Taoist Body (1986), come una cornice dottrinale e liturgica, o una struttura, per i culti locali della religione indigenE. Le tradizioni taoiste enfatizzano la vita in armonia con il Tao, termine di difficile traduzione che può voler dire "via" come "sentiero", ma anche "modo" o "principio", e che è centrale anche in altre tradizioni filosofico-religiose cinesi. Nel taoismo, il Tao è il principio che è sia fonte che modalità di sviluppo di tutte le cose che esistono. Esso è in definitiva ineffabile: "il Tao che può essere nominato non è il Tao eterno", recita l'introduzione del Tao Te Ching.

Solo a partire dalla dinastia Han, le varie fonti del taoismo si unificarono in una tradizione coerente di organizzazioni religiose e ordini di ritualisti. Nella Cina più antica, i taoisti erano visti come eremiti, o asceti, che non prendevano parte alla vita politica. Zhuangzi fu il più conosciuto tra costoro, ed è significativo che egli visse nel sud, dove prese parte a tradizioni sciamaniche locali.Sciamane donne giocarono un ruolo importante nel primo taoismo, particolarmente nello stato di Chu. I primi movimenti taoisti svilupparono le proprie istituzioni in contrasto con lo sciamanesimo, ma assorbendo elementi sciamanici fondamentali. Sciamani funsero da rivelatori dei testi taoisti dal primo periodo sino almeno al XX secolo.

Ordini istituzionali di taoisti si svilupparono in varie correnti che da tempi relativamente recenti sono convenzionalmente raggruppate in due grandi branche: il taoismo Quanzhen ("Piena Verità") e il taoismo Zhengyi ("Retta Unità").  Le scuole del taoismo tradizionalmente mostrano venerazione per Laozi, gli immortali o antenati, e praticano vari rituali di esorcismo e divinazione, tecniche per raggiungere l'estasi, la longevità o l'immortalità. L'etica e il modo appropriato di comportamento che i taoisti sono tenuti a seguire variano in base alle particolari scuole, ma in generale è condivisa un'enfasi sul precetto del wu wei ("azione non forzata"), la "naturalezza", la semplicità, la spontaneità, e i cosiddetti "tre tesori": compassione, moderazione, umiltà.

 

CONFUCIANESIMO

Il confucianesimo o ruismo è considerato da alcuni studiosi come una religione, e da altri come una tradizione etico-spirituale. Secondo Yong Chen (2012), la definizione di cosa sia il confucianesimo è "probabilmente una delle questioni più controverse sia nella scolastica confuciana che nella disciplina degli studi sulle religioni".

Guy Alitto  evidenzia come "non esista equivalente letterale per il concetto occidentale (e poi mondiale) di 'confucianesimo' nel discorso tradizionale cinese". Egli afferma che furono i Gesuiti in missione nella Cina del XVI secolo a selezionare Confucio tra i diversi saggi della tradizione per servire come controparte al Cristo o a Maometto, venendo incontro alle concezioni religiose occidentali.


DOMANDE PAGINA 256

1.  Con l'espressione "famiglia religiosa"si indica un insieme di persone che aderiscono ad un'ideologia. Le principali famiglie religiose sono la famiglia indiana, quella cinese e quella semitica.

2. le religioni semitiche sono monoteiste, mentre il buddismo e l'induismo politeiste.

3. il confucianesimo è importante per la satira della Cina poiché fu elaborato in un momento di forte crisi politica e corruzione, proponendo  una dottrina morale e sociale, che si proponeva di rimediare alla decadenza spirituale.


ANTROPOLOGIA

LE GRANDI FAMIGLIE RELIGIOSE

 Con l'espressione "famiglia religiosa"si indica un insieme di persone che aderiscono ad un'ideologia. Le principali famiglie religiose sono la famiglia indiana, quella cinese e quella semitica.

LA FAMIGLIA INDIANA

Le due principali religioni della famiglia indiana sono l'induismo e il buddismo; i testi sacri sono i veda, che risalgono al II millennio aC e sono redatti in sansrito. Le divinità principali sono Brahma, la creazione, Vishnu, la conservazione,  e Shiva, la distruzione. Il profeta del buddismo è Siddhartha Gautama, il Buddha. 

Altre religioni della famiglia indiana sono il nanismo e il sikismo, un unione di induismo ed islam. 

IL SAMASARA, IL CICLO INIFNITO

Il termine sanscrito saṃsāra indica, nelle religioni dell'India quali il Brahmanesimo, il Buddhismo, il Giainismo e l'Induismo, la dottrina inerente al ciclo di vita, morte e rinascita. È talora raffigurato come una ruota.

In senso lato e in un significato più tardo, viene ad indicare anche "l'oceano dell'esistenza", la vita terrena, il mondo materiale, che è permeato di dolore e di sofferenza, ed è, soprattutto, insustanziale: infatti, il mondo quale lo si vede, e nel quale si vive, altro non è che miraggio, illusione  māyā. Immerso in questa illusione, l'uomo è afflitto da una sorta di ignoranza metafisica (avidyā), ossia da una visione inadeguata della vita terrena e di quella ultraterrena: tale ignoranza conduce l'uomo ad agire trattenendolo così nel saṃsāra.


LA SCALA DEGLI ESSERI UMANI

Al centro di queste religioni vi è l'idea che vi sia un ciclo di reincarnazinazione.

Per reincarnazione si intende la rinascita dell'anima, o dello spirito di un individuo, in un altro corpo fisico, trascorso un certo intervallo di tempo dopo la sua morte terrena.

Il termine reincarnazione è considerato sinonimo di metempsicosi ed è riferito in particolare al mondo culturale e religioso orientale e a movimenti spiritistici che descrivono una trasmigrazione in altri corpi, anche vegetali, animali o minerali sino a quando l'anima non si sia liberata completamente dalla materialità Olimpiodoro ritiene più corretto il termine "metensomatosi" (da σῶμα, sôma, "corpo"), che si ritrova in Plotino [3] indicante il passaggio dell'anima esclusivamente in corpi umani. L'espressione "trasmigrazione dell'anima" è un adattamento dal latino tardo trasmigrātĭo-ōnis derivato da trasmigrāre quindi da migrāre espressa con i termini di "metempsicosi" o "metensomatosi", è attribuibile anche a Pitagora o anche a Ferecide.


LE CASTE NELLA RELIGIONE INDIANA

Le origini del sistema delle caste in India e Nepal sono sconosciute, ma sembra abbiano avuto origine più di duemila anni fa. Con questo sistema, che è associato con l’induismo, le persone sono state classificate sulla base delle loro occupazioni. Anche se in origine casta dipendeva dal lavoro di una persona, divenne ben presto ereditaria, e ogni persona di fatto nasceva in una condizione sociale inalterabile.

Le grandi classi che formano l’intera società sono chiamate varna, letteralmente “colori”, mentre il termine casta di derivazione portoghese, traduce il sanscrito  jati cioè “nascita”, infatti per gli induisti nascere significa innanzitutto entrare a fare parte di una casta.

La classificazione registra quattro caste principali che sono: brahmani i sacerdoti; Kshatriya i guerrieri e nobili; Vaisya gli agricoltori, commercianti e artigiani; e Shudra, mezzadri e servi. Alcune persone sono nati al di fuori o al di sotto del sistema delle caste, e questi sono chiamati gli  intoccabili che nel XX secolo sono stati definiti spesso con il termine dalit a tradurre “gli oppressi”.

LA FIGURA DEL GURU

Guru è un termine maschile sanscrito che presso la religione induistaha il significato di «maestro spirituale» ed è rivolto in particolar modo a colui che impartisce la dīkṣā al suo discepolo; si tratta dunque di una figura molto importante in questa religione, comune a tutte le scuole filosofiche e devozionali dell'Induismo, avente diritto al massimo rispetto e alla venerazione al pari del padre, della madre e dell'ospite.

lunedì 15 marzo 2021


LA PEDAGOGIA DI MARIA MONTESSORI

 Maria Montessori (1870-1952) fu una delle pedagogiste più influente della modernità. Ella fondò diverse scuole, come La Casa dei bambini, di cui raccontò nei suoi vari saggi. In questi luoghi venne creato un ambiente a misura del bambino e l'insegnate non aveva un compito direttivo, ma di consiglio. Anche il materiale didattico era particolare: gli oggetti servivano per sviluppare le capacità logiche e creative individuali; parallelamente alla scoperta singola dei vari materiali, venivano proposte attività individuali. 

Tra gli anni Venti e Quaranta, la Montessori andò a rielaborare alcune parti della sua opera per incrementarle con le nuove scoperte psicoanalitiche: condivideva con Freud l'ipotesi dell'importanza del subconsci. Ella, nel suo saggio La mente del bambino. Mente assorbente, definisce la mente del bambino come in continua evoluzione e capace di assorbire nozioni anche a livello inconscio, attraverso l'esperienza diretta. La Montessori utilizza la parola nobile per definire le sensibilità specifiche che insorgono nel bambino nel corso del suo sviluppo. Infatti, la principale novità introdotta da lei fu l'importanza data alle esperienze reali: il bambino va posto nelle condizioni di imparare autonomamente, attraverso la sua spontanea curiosità. La cosiddetta liberazione dell'infanzia consiste in un progetto basato sul rispetto delle personalità del bambino e sulla predisposizione di condizioni adatte al suo sviluppo. L'ambiente in cui il bambino impara ha dunque una funzione cardinale: se esso è pero di stimoli potrebbe distruggere le facoltà di una persona. 

Anche i maestri devono essere educati, in modo tale che quest'opera sia possibile. Montessori parla della necessità di formare maestri scienziati, ovvero che sappia osservare. 

DOMANDE PAGINA 34

1. l'insegnate non ha un compito direttivo, ma di consiglio.

2. l'ambiente in cui il bambino impara è importante, poichè un ambiente povero di stimoli potrebbe distruggere la sua creatività.

3. a principale novità introdotta da lei fu l'importanza data alle esperienze reali: il bambino va posto nelle condizioni di imparare autonomamente, attraverso la sua spontanea curiosità.

PEDAGOGIA

LA PEDAGOGIA DI CLAPAREDE

Accanto all'opera di Dewey, assunse un ruolo molto importante l'Institut Jean-Jacques Rousseau, fondato a Ginevra, da Claparede. Era un centro di ricerca, che svolse un importante ruolo di innovazione a livello dell'organizzazione pedagogica.

Già nei suoi saggi pedagogici (Psicologia del fanciullo e pedagogia sperimentale), il pedagogista esprime la sua teoria, secondo la quale per garantire una buona educazione era necessario che gli insegnati fossero ben preparati, e che si avvalessero di uno spirito scientifico.  Lo studioso invita perciò i maestri a studiare gli allievi e l'ambiente nel quale vivono per essere in grado di individuare le potenzialità intellettive di ognuno. 

Questi principi furono tradotti in un modello scolastico, descritto nel saggio pedagogico La scuola su misura. Il caposaldo di questo modello è la scuola individualizzata, ovvero adattata alle capacità personali dei fanciulli, proponendo classi mobili, classi parallele, sezioni parallele, discipline opzionali, impiego di materiali autocorrettivi. L'alunno deve essere messo al centro dei programmi pedagogici: il suo interesse deve essere usato come leva per la sua attività di sviluppo. 

Claperede è infatti considerato infatti il creatore della pedagogia funzionale, poiché consente al fanciullo di adattarsi all'ambiente in cui vive. Egli prende molto esempio dalle teorie dell'evoluzionismo, secondo le quali l'essere umano è per sua natura curioso, e tende per questo a scoprire strumenti per affermarsi nella società: questo avviene attraverso l'atto intelligente. 

LE LEGGI FONDAMENTALI

A proposito dei dinamismi che regolano l'educazione, Cleperede individua tre leggi: la legge del bisogno, secondo la quale l'attività mentale è sempre genera da un bisogno; la legge dell'interesse momentaneo, secondo cui in ogni momento un organismo agisce seguendo la direzione dl suo interesse; la legge del tatonnement, secondo la quale l'individuo cerca di dare un senso alle situazioni che risultano confuse. L'educazione deve seguire questi passaggi.

La pedagogia funzionale considera l'essere umano nella sua totalità biopsichica, e fa dunque leva sul fatto che la scuola deve essere interessante e sviluppare le varie intelligenze individuali. Nella sua pedagogia egli pone molta attenzione al gioco infantile, visto come un esercizio di apprendimento spontaneo; inoltre, secondo la sua teoria gli insegnati devono interagire direttamente con gli alunni.

DOMANDE PAGINA 30

1. per garantire una buona educazione era necessario che gli insegnati fossero ben preparati, e che si avvalessero di uno spirito scientifico.

2. la scuola individualizzata è adattata alle capacità personali dei fanciulli.

3. A proposito dei dinamismi che regolano l'educazione, Cleperede individua tre leggi: la legge del bisogno, secondo la quale l'attività mentale è sempre genera da un bisogno; la legge dell'interesse momentaneo, secondo cui in ogni momento un organismo agisce seguendo la direzione dl suo interesse; la legge del tatonnement, secondo la quale l'individuo cerca di dare un senso alle situazioni che risultano confuse.

4. Cleparede contrappone la pedagogia funzionale a sulla tradizionale, poiché considera l'essere umano nella sua totalità biopsichica, e leva sul fatto che la scuola deve essere interessante e sviluppare le varie intelligenze individuali: è dunque più completa.


venerdì 12 marzo 2021


 IL SETTORE TERZIARIO

A fronte delle problematiche organizzative caratteristiche del welfare, si sta introducendo una nuova forma di stato sociale: al terzo settore, che si prepone di ovviare alle gravi difficoltà sociali e di dare risposta alle nuove esigenze sorte negli anni. Queste iniziative, è bene notare, che oltre dallo Stato, provengono anche dai privati: strutture per il tempo libero, spedali privati, asili nido, ecc. In generale, il settore terzo, propone l'erogazione di servizi di pubblica utilità, con lo scopo della solidarietà e non del pronto: consiste dunque in un punto intermedio fra lo Stato e il privato, e la sua importanza sta proprio in questo. 

Tra le più importanti organizzazione di questo tipo, troviamo quelle di volontariato, che forniscono servizi di varia natura in via gratuita, e di assistenza familiare di mutuo aiuto domestico. Inoltre, ultimamente sono state introdotte le cooperative sociali, realtà sociali deputate alla promozione sociale e all'integrazione sociali; possiamo ricordare anche gli enti religiosi, che si occupano di beneficienza. Le fondazioni bancarie, introdotte negli ani '90, hanno inventato l'obbiettivo di perseguire valori collettivi e finalità di utilità generale; simile lavoro è compiuto dalle fondazioni di tipo imprenditoriale. 

E' necessario ricordare, inoltre, le associazioni Olnus, ossia associazioni che godono di un particolare regime fiscale. Hanno scopo non lucrativo e operano in campi di assistenza sociale e sanitaria, nella beneficienza, nella formazione, nello sport, nella cultura, a tutela dei diritti e nell'ambito della ricerca scientifica. Fortunatamente sono molto diffuse nel mondo. 

I LIMITI DEL TERZO SETTORE

Nonostante i vantaggi che il terzo settore può comportare, esso presenta anche dei limiti. Il principale è la pianificazione: potrebbero nascere delle organizzazioni non veramente utili, o con molte lacune. Infatti non esiste un vero e proprio controllo della qualità delle prestazioni erogate. Inoltre vi è un problema di autonomia del privato sociale dal potere politico: lo Stato potrebbe non essere sempre in grado di finanziare questi enti.

DOMANDE PAGINA 409

1.  A fronte delle problematiche organizzative caratteristiche del welfare, si sta introducendo una nuova forma di stato sociale: al terzo settore, che si prepone di ovviare alle gravi difficoltà sociali e di dare risposta alle nuove esigenze sorte negli anni.

2.  Lo Stato interviene proponendo una certa organizzazione legislativa degli enti.

3. in Italia, le associazioni di tipo terziario sono di volontariato, di assistenza familiare e mutuo aiuto domestico, cooperative sociali, fondazioni bancarie e  fondazioni di tipo imprenditoriale.


LE POLITICHE SOCIALI ITALIANE: LE PENSIONI

 Il sistema previdenziale italiano rappresenta il 60% delle spese sociali dello Stato, ma tuttavia non opera un'efficace redistribuzione del reddito nazionale, poiché le modalità in cui questi servizi sono stati proposti rimane minima; fondamentalmente il sistema pensionistico resta molto incentrato sull'occupazione, ovvero per chi svolge un'attività pubblica. 

L'ASSISTENZA

Per quanto riguarda l'assistenza, il sistema italiano consiste nell'erogazione di servizi specifici per i vari gruppi sociali, a seconda delle loro esigenze: segue infatti una logica assistenzialistica: non vi sono organizzazione mirate al miglioramento delle condizioni di disagio, ma si agisce retroattivamente. Nel 2000 è stato introdotto un principio che imponesse che l'assistenza avesse un'organizzazione precisa e organica: oggi dunque lo Stato predispone delle prestazioni sociali forgiabili alle persone; poi delega alle regioni il compito di organizzare interventi concreti. E' bene notare che si sta sempre di più cercando di rimuovere le cause prime dei disagi, più che i disagio stessi.

LA SANITA'

Nel 1978 è stata introdotta una riforma che preponeva uguali condizioni di accesso ai servizi sanitari, indipendentemente dalla condizione economica e sociale delle persone. Esso stabilisce i livelli essenziali di sanità, mentre per i livelli più avanzati ciascuno concorre alle proprie spese in base al reddito.

LA SCUOLA

La scuola non appartiene allo stato sciale, ma può essere considerato un ottimo strumento per il welfare, poiché riduce l'analfabetismo. Nonostante questo, l'istruzione presenta un'ampia serie di problematiche.

In primo luogo, i servizi per la prima infanzia sono completamente a carico dei contribuenti, e spesso non sono presenti abbastanza posti per garantire il servizio a tutti. In secondo luogo, la scuola di massa, finisce per adottare procedure standardizzate ed impersonali, con il conseguente abbassamento degli standard qualitativi. Inoltre, nel nostro paese, la spesa pubblica per l'istruzione è andata progressivamente calando: dunque, si investe molto poco sul futuro degli studenti e sulla ricerca.

DOMANDE PAGINA 406

1. Il sistema previdenziale italiano rappresenta il 60% delle spese sociali dello Stato, ma tuttavia non opera un'efficace redistribuzione del reddito nazionale, poiché le modalità in cui questi servizi sono stati proposti rimane minima.

2. il sistema pensionistico resta molto incentrato sull'occupazione, ovvero per chi svolge un'attività pubblica. 

3. il sistema italiano consiste nell'erogazione di servizi specifici per i vari gruppi sociali, a seconda delle loro esigenze: segue infatti una logica assistenzialistica: non vi sono organizzazione mirate al miglioramento delle condizioni di disagio, ma si agisce retroattivamente.

4. la scuola di massa, finisce per adottare procedure standardizzate ed impersonali, con il conseguente abbassamento degli standard qualitativi.

giovedì 11 marzo 2021


LE POLITICHE SOCIALI: L'ASSISTENZA SOCIALE

 Uno dei modi concreti con i quali agisce il welfare state è la previdenza sociale, ovvero l'emanazione di misure riparatorie in caso di infortunio o situazioni, e di prevenzione nei confronti delle stesse. La più nota forma di previdenza sociale è la pensione, che fu introdotta abbastanza di recente. 

Nei vari regimi, l'accesso alla provvidenza è regolato in maniere differenti: un esempio può essere l'autofinanziamento da parte del lavoratore, versando periodicamente una quota allo Stato; oppure può accadere che il versamento di tale quota sia affidato alle assicurazioni. 

In alcuni stati, questi provvedimenti riguardano anche cittadini che si ritrovano in situazioni di povertà, di emigrazione o di devianza, ovvero tutte quelle persone che si trovano in una situazione di svantaggio nel condurre la loro vita. Parallelamente possono occuparsi di ovviare a situazioni che potrebbero mettere in grave pericolo l'ordine pubblico, come situazioni di criminalità.

L'assistenza sociale funziona grazie alla creazione di servizi atti alla cura della persona, che possono recarsi ai consultori o centri minorili.

L'ASSISTEZA SANITARIA

L'assistenza sanitaria consiste nel finanziamento di strutture ospedaliere e nell'erogazione di cure per la persona, e anche questa è una tipologia di servizio offerto dal welfare.

LA MATERNITA'

Anche la maternità viene considerata come condizione da tutelare, e pertanto rientra nelle condizioni del welfare; essa viene supportata tramite un intervento parziale: diminuzione degli rari lavorativi e assistenza sanitaria gratuita. Inoltre, vengono forniti servizi sociali per le persone in maternità, come per esempio consultori familiari.

DOMANDE PAGINA 402

1. il welfare interviene in ambiti di assistenza sociale, quali pensionamento, assistenza sanitaria e maternità.

2. l'accesso alla provvidenza viene regolato attraverso il lavoro: chi non lavora non la può ottenere.

3. l'assistenza sociale interviene in situazioni di povertà, di emigrazione o di devianza, ma anche di pericolo pubblico.



LA NUOVA TIPOLOGIA DI WELFERE STATE
 

Le problematiche di cui si è appena parlato portarono le società Occidentali a dover riorganizzare l'organizzazione dello Stato sociale: in particolare, nel 2008, venne rinnovato il sistema economico finanziario della distribuzione dei beni, per coinvolgere più ambiti. 

Se prima, nel momento di un infortunio il welfare interveniva con un indennizzo, in modo riparatorio, oggi viene richiesto l'autonomizzazione della persona, ovvero che impari da sola a ovviare ai suoi problemi (ed essa viene messa nelle condizioni per farlo). Questo fenomeno viene detto welfare attivo. Questo risulta molto innovativo, come ha fatto notare il premio nobel per l'economia Sen, poiché da una nuova definizione alla povertà, ovvero la mancanza di mezzi di per ottenere il riscatto sociale; pertanto offre delle potenziali nuove soluzioni ad essa.

E' bene osservare però, che queste tecniche sono strettamente collegata alla volontà individuale, dunque non hanno efficacia garanita completamente. Se però dovesse funzionare, ne beneficerebbe sia il sistema che al persona stessa, aumentando le sue capabilities.

DOMADE PAGINA 400

1. Le problematiche legate all'organizzazione, riconoscibilità e alla finanziabilità portarono le società Occidentali a dover riorganizzare l'organizzazione dello Stato sociale.

2. 

3. Se prima, nel momento di un infortunio il welfare interveniva con un indennizzo, in modo riparatorio, oggi viene richiesto l'autonomizzazione della persona, ovvero che impari da sola a ovviare ai suoi problemi (ed essa viene messa nelle condizioni per farlo).

4. le capabilities sono il potenziale dato ad una persona per ottenere il riscatto sociale. 


LA CRISI DEL WELFERE 

Nonostante i grandissimi benefici che può portare lo stato sociale, esso ha anche dei difetti, che iniziarono a palesarsi durante gli anni '80 e '90. Le ragioni della sua crisi riguardarono problemi finanziari, di organizzazione e di legittimità; infatti, una società non può avere sempre le risorse necessarie per garantire ai suoi membri una protezione sociale complessiva, soprattutto se è molto complessa. Infatti, una società molto estesa tende alla burocratizzazione per forza di cosa, questo però non fa altro che aumentare le esse dello Stato sociale. In seguito alla diffusione della consapevolezza di queste problematiche, si è diffusa la consapevolezza dei limiti del welfare e per questo si sta dimostrando sempre più difficile dimostrarne la legittimità.

DOMANDE PAGINA 398

1. il welfare sembrava la soluzione alle problematiche legare all'industrializzazione perché in grado di eliminare le differenze sociali.

2. Le ragioni della sua crisi riguardarono problemi finanziari, di organizzazione e di legittimità.

3. l'invecchiamento della società va ad aumentare la complessità dello stato sociale, poiché aumenta la necessità di pensioni.

4. una società molto estesa tende alla burocratizzazione per forza di cosa, questo però non fa altro che aumentare le tasse dello Stato sociale

SOCIOLOGIA A COSA PUO' PORTARE L'UTILIZZO DEI MEDIA? Con l'avvento dei meda, molti studiosi iniziarono a domandarsi su quali eff...