sabato 19 settembre 2020

PEDAGOGIA
IL DIBATTITO SULL'ISTRUZIONE DURANTE IL SETTECENTO
Come sappiamo, il settecento e dunque l'illuminismo, ebbe un ruolo fondamentale per la diffusione dell'istruzione pubblica grazie alla nuova concezione di ragione, strumento cognitivo per eccellenza.
Nonostante questa apertura mentale, era ancora radicata l'idea che fosse pericolosa  diffondere l'istruzione incondizionatamente: si temeva infatti che potessero essere eliminate tutte quelle professioni agricole, che di fatto mandavano avanti l'economia. Per questo motivo, la diffusione dell'istruzione pubblica fu attuata con estrema cautela.
Per portare questo preconcetto fu utile l'intervento di filosofi come Diderot e Montesquieu. Più specificatamente Diderot, ad esempio, sosteneva che la diffusione dell'istruzione sarebbe andata a sfavorire il settore agricolo: un contadino istruito è meno facilmente opprimibile da altri e la sua professione è da svolgersi in massima tranquillità. Ancora, Montesquieu trovava il popolo istruito incontrollabile, e in quanto tale assolutamente negativo: l'istruzione deve essere limitata. 
Erano invece gli economisti come Adam Smith a cercare di diffondere l'istruzione pubblica: nel suo libro famosissimo la ricchezza delle nazioni, afferma come se le nazioni volessero far crescere la loro economia era necessario che i giovani venissero istruiti.

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